Avviso di un ragazzo su msn.

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view post Posted on 11/8/2009, 09:38
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WCLO

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Ho notato, che un ragazzo di nome Tommaso, si diverte a mandare e-mail a noi ragazze,e facendoci discorsi filosofici, ci chiede sempre di dargli il nostro numero, perchè lui ritiene che sia l'unico strumento per poter esser uniti anche se non si è mai visti. Ve lo dico perchè ho notato che anche su altri forum è capitata la stessa cosa.
Metto qui una sua e-mail classica iniziale:
CITAZIONE
Ciao,
è da qualche tempo che ti leggo e visto che ho scoperto che molti interessi ci accomunano ho pensato di scriverti e presentarmi.
Sono Tommaso, ho 23 anni, vivo avanti indietro fra Parma e Milano, da 3 anni abbondanti lavoro come sviluppatore software. Ma se procedessi così a presentarmi penso elencherei dati anagrafici privi di interesse per entrambi, quelli che normalmente potrebbero essere raccolti nell’anonimia di un profilo. Potrei scrivere che mi piacciono le letture esistenzialiste, che amo la letteratura e la filosofia in generale, e la uso, come altri fanno, quale mezzo interpretativo di opere d'arte. Ti scriverei che la cultura giapponese essa tutta, l’animazione degli studi Ghibli e Gainax, la tradizione shintoista, la letteratura classica e post decadentista da Mishima a Soseki, dal Kojiki a Kawabata, esercita su di me un forte fascino ormai da molti anni (e solo da poco ho cominciato a studiarne la lingua). Il mio interesse per l’ermeneutica e quello per la musica si sono alimentati negli anni dell’interesse di una lettura sempre più genuinina dei prodotti di una cultura tanto distante. Ti scrivo proprio perché vorrei provare a condividere parte di questo con te.
Vorrei avere più tempo per conoscerci, per condividere i nostri interessi, i percorsi dei nostri progetti con fulgida coscienza. Da adesso, se ti risentirò, dipenderà dal fatto che tu voglia ascoltarmi, esprimerti, conoscermi. Ora tendo la mano, tu che farai?

Tommaso

PS: L’indirizzo da cui ti scrivo non lo consulto mai, la mia email è [email protected]

Poi potrebbe anche rinviarvi una seconda e-mail nel caso di risposta, vi mostro la mia:
CITAZIONE
Ciao.
Scusa per il ritardo, ma sono stato molto impegnato in questi giorni.

Non voglio farti illusioni riguardo il messaggio che ti ho scritto: un anno fa avevo letto un post col tuo indirizzo, da allora non ho più letto nulla, alcuni giorni fa ho riaperto il blog/forum che giaceva linkato nei preferiti, quindi ho salvato l'email in un file di testo, poi ti ho scritto: purtroppo non conservo più il link del post che avevi scritto a cui mi riferivo, ricordo solo che avevamo interessi in comune.

Avrei molte domande da farti e molto altro da dirti che non potrei esprimerti senza un dialogo; ma al fine di crearlo, le email e la chat sono strumenti assai limitati, anche queste frasi creano un messaggio che ha perso la spontaneità del suo autore. Come potrei esprimerti quel che penso o quel che sento appunto scrivendolo soltanto?
In ogni mezzo di comunicazione virtuale ogni interlocutore sta immerso nel proprio mondo, lontano da quello dell'altro, ognuno non scende nella vita quotidiana dell'altro e così continuiamo a parlare con noi stessi, tuttavia soli dentro a una stanza, senza trovare i sorrisi e le lacrime dell'altro, senza gioire o soffrire assieme a lui. Stare in realtà diverse significa creare differenti mondi di percepirle, così la comunicazione diventa quasi impossibile.

Cos'è il linguaggio intero se non una descrizione molto personale del tempo trascorso? Cos'è il linguaggio esso tutto se non un omofonico fraintendimento vocale? Se ti dicessi "oceano" tu riporteresti i suoni di quella parola a un significato specifico che apparterrebbe solo alla Tua esperienza, non potresti fare altro. Ma se io fossi un marinaio e tu fossi una bagnante, come potremmo capirci l'un l'altro su questa parola? Io avrei trascorso la mia vita su una barca e la vastità di quella pece azzurra mi farebbe ricordare la sete e la solitudine della prigione nei mesi di pesca. Tu avresti trascorso le tue vacanze sulla spiaggia fra sorrisi amici e piacevoli merende, e rivolta dalla riva verso l'orizzonte del mare, avresti contemplato la sua immensa sfumatura d'infinito, non le crudeli sbarre della solitudine.
Capisci come esperienze differenti portano gli uomini a diversi e incompatibili significati di una stessa singola parola? Sia il marinaio sia la bagnante, persino parlando la stessa lingua, stessa grammatica, stessi suoni, non capiranno mai davvero il significato di una singola parola pronunciata dall'altro, perché figli di diverse esperienze: solo dopo che il marinaio avrà trascorso molti giorni sulla spiaggia o solo dopo che la bagnante avrà trascorso molti giorni sulla barca, potranno vedere la realtà allo stesso modo e dare lo stesso significato agli stessi suoni.
Perché le parole non hanno un significato sovra strutturato, condiviso da tutti. La definizione di un concetto è in sé composta di termini, che sono definiti da altri termini e da altri concetti, e così via lungo catene illimitate fatte di suoni e parole, parole e suoni, non significati. Una definizione diventa consistente solo se tu, arbitrariamente, riempi i suoni pronunciati con una personale sensazione generata dall'esperienza. La comunicazione fra due persone inizia dal dare lo stesso significato alle stesse parole, ma al fine di realizzare ciò, costoro devono condividere la stessa percezione, devono parlare nello stesso luogo, compiere gesti simili, riferirsi a sensazioni a loro vicine. In questo modo persino il silenzio in sé, visto come un suono animato dall'assenza di voce, avrebbe un significato comune: conoscere il cuore dell'altro.

Incontrarsi molte volte, parlare con l'altro, trascorrere ore e ore assieme, è necessario per conoscerci, per condividere e immergerci nei modi che l'altro ha di afferrare la realtà. Scambi epistolari o fonetici non ci farebbero capire nulla dell'altra persona di com'è lei, ma contribuirebbero solo a crearne una pietosa idealizzazione. In particolare email e chat sono modi di costruire l'idea dell'altro basata su noi stessi, sulle nostre convinzioni, perché tutte le parole che ci potremmo far leggere si riferirebbero solo alla nostra esperienza, disgiunta e dissimile, l'intenzione comunicativa purtroppo non arriverebbe a destinazione. Se nel nostro futuro non ti dedicherò del tempo del mio sensibile non potrò mai capire i riferimenti del tuo linguaggio per te tanto famigliare.
Ora abbiamo da scegliere un mezzo di comunicazione che sia un compromesso temporaneo fra realtà e virtualità, e chiedendomi cosa potrebbe dar vita provvisoriamente a un'amicizia penso a cosa lascerebbe nel tuo cuore piccoli frammenti di percezione. Il telefono farebbe trasparire i dubbi dell'animo, l'impulsività del momento, ci farebbe interagire in tempo reale con la nostra voce. Il telefono inizierebbe a mettere in luce ciò che davvero si trova nel sistema di vita dell'altro, tramite l'incertezza e l'entusiasmo di voci che animate si rincorrono per dialogare e confrontarsi. Il mio numero è 340*******.

Ecco il raccordo fra virtualità e realtà, tra freddi caratteri ibridi e un'elezione sentimentale in cui costruiremo la forma del nostro domani disegnato a quattro mani, fatto dai momenti in cui le nostre speranze saranno espresse. Io porgo la mano tu che farai? Ascolta, non senti? Una voce soffusa prende vita.

Tommaso

 
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view post Posted on 12/8/2009, 22:32

• SupremoH ~

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Non ce l'ho fatta a leggere tutto il suo discorsone filosofico X°°°°°
Ma certa gente sta davvero dando i numeri oh e_e'
Anche io dovrei parlarvi di un "caso" ò_ò *apre topic in flame*
 
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1 replies since 11/8/2009, 09:38   170 views
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